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Progettare una tale settimana, in un campeggio, per perspone di una certa età con interessi differenti, è una cosa; quanto poi ne risulta dipende dalle attività e dal contributo di alcuni pochi. Senza Margie, Helene, Renate, Uschi e soprattutto Luca, l’atmosfera magnifica sotto il grande tendone certamente non si sarebbe creata.
Racconta Helmut le sue esperienze:
„Mollaa!“ – „Recuperaa!“ e in tedesco „Seeiil!“ – „ Zuug!“. Cosí risuonavano le grida tra le rocce dolomitiche, spesso invano, perché già oltre il prossimo angolo non arriva nessun suono. Allora non resta che tirare la corda energicamente.
4 cordate da tre, 2 italiane e 2 tedesche, in fila sullo stesso percorso – ci vuole pazienza! Tanto più che ogni capo cordata è seguito da due novellini o, diciamo almeno, poco esperti. Ma fa bel tempo, e c’è tanto da chiacchierare e da ridere.
La strada ce la mostra Luca, l’organizzatore del nostro incontro in Val Badia. Ed è evidente che ci ha presentato le sue scalate preferite:
Torre piccola di Falzarego, spigolo sud
Prima Torre di Sella, Via delle Frecce
Piccolo Lagazuoi, parete ovest (Via Wally?)
Mur de Pisciadù, sperone sud-est
Tutte le vie difficoltà IV / IV +, di impressionante ripidità, ma ricche di buoni appigli.
Luca, di gran competenza e temperamento tranquillo, è l’autorità per tutti. Parla poco e sempre piano.
Solo una volta si indispettisce: Quando sotto all’attacco fanno ancora tanto casino con „molla“ e „recupera“, si sente di sopra una voce irritata: „Decido io!“ Gli risponde una risata cordiale e riconoscente.
Purtroppo anche nelle Dolomiti c’è della roccia insidiosa la cui friabilità non è evidente. Cosí successe l’incidente del nostro capo cordata Kurt sul Mur de Pisciadù. Fortunatamente l’elicottero (grazie al telefonino di Davide!) è arrivato subito. Trasporto a Bolzano; intervento chirurgico d’urgenza...
Cosí la quinta scalata non ebbe luogo. C’era chi visitò il ferito a Bolzano, chi andò a escursione, e tre appassionati si esercitarono sotto la guida accurata di Robert nella palestra del Sasso di Stria.
Mille grazie alle nostre guide! Speriamo che per loro non sia stato troppo noioso. Per noialtri era uno stimolo, e per tutti una meravigliosa esperienza di amicizia.
Ursula si curava del gruppo escursionisti:
Quel gruppo si muoveva preferibilmente nella „zona verde“, cioè poco al di sopra del limite della vegetazione arborea. La ricompensa era un mare di fiori per tutta la giornata con stelle alpine all’orlo del sentiero. In parte le nostre mete erano le stesse degli arrampicatori, ma noi le raggiungevamo in modo innocuo per mezzo di comodi sentieri. La Via Bindel ci era stata sconsigliata, a causa dell’alta stagione. Ma la folla non ci molestava. Solo quando ci sorpassò una „Enduro“, siamo rimaste ....sorprese. Neanche i ciclisti, pur dovendo faticare molto, si sono meritati la nostra compassione.
Un bel sentiero antico di pellegrinaggio finalmente ci portò in alto da S.Cassiano alla chiesa e all’ospizio di Santa Croce. Ma siamo state cattivi pellegrini, poiché per noi veniva prima il vino e dopo il divino, cioè prima la trattoria e poi la chiesa.
Per la cena al campeggio ci riunivamo con tutti gli altri, e godendoci la deliziosa pasta ci scambiavamo le nostre esperienze naturalmente assai differenti.
Testi tradotti da Helmut Bergold